Mar Ionio, paradiso per le balenottere
La conferma arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Plos one e si basa sui dati raccolti dall'osservatorio sottomarino multidisciplinare NEMO-SN1 ospitato, a 2.100 metri di profondità al largo di Catania.
Nel Mar Ionio le balenottere sono presenti regolarmente, con picchi nei mesi primaverili ed estivi. La conferma arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Plos one e si basa sui dati raccolti dall'osservatorio sottomarino multidisciplinare NEMO-SN1 ospitato, a 2.100 metri di profondità al largo di Catania, nell'infrastruttura sottomarina che l'Istituto nazionale di fisica nucleare ha realizzato per il telescopio per neutrini KM3NeT.
L'osservatorio, frutto della collaborazione tra Infn, Ingv, Cnr-Ismar e Cibra, è il primo nodo dell'infrastruttura di ricerca europea European multidisciplinary seafloor and water-column observatory (Emso)).
Le informazioni sugli spostamenti stagionali e sulle rotte preferenziali della popolazione di balenottere nel Mar Mediterraneo, specie protetta da accordi internazionali e classificata come vulnerabile dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (www.iucn.org), sono ancora poche e disomogenee e si basano principalmente sugli avvistamenti stagionali. L'osservatorio NEMO-SN1, invece, ascolta il passaggio delle balenottere dalle profondità del mare. A monitorare la presenza dei cetacei sono sensori acustici posizionati sull'infrastruttura subacquea, in funzione 24 ore su 24, che ascoltano, registrano e inviano i segnali catturati a un laboratorio nel porto di Catania, parte delle infrastrutture dei Laboratori Nazionali del Sud dell'Infn. I dati registrati sono stati analizzati nell'ambito del progetto FIRB-2008 SMO. Lo studio, condotto da Virginia Sciacca, dottoranda dell'Università di Messina ed associata ai Lns-Infn, e dal gruppo di ricerca Smo ha anche prodotto una prima valutazione dell'impatto dell'inquinamento acustico di origine antropica sulla comunicazione della balenottera comune. Questa specie sfrutta, infatti, suoni a bassa frequenza (intorno ai 20 Hertz), che si propagano bene in mare aperto, per mantenersi in contatto e comunicare su grandi distanze con i propri simili. L'aumento incontrollato del rumore sottomarino può causare una drammatica riduzione della distanza entro cui gli animali sono in grado di recepire il segnale di richiamo o alterarne la ricezione minacciandone la sopravvivenza. (ANSA).