La Storia della Formica
Formica Nome comune degli Insetti Imenotteri Apocriti Aculeati Vespoidei appartenenti alla famiglia Formicidi. Conducono vita sociale, con un complesso differenziamento in caste (eusocialità).
1. Anatomia e Morfologia
Gli adulti hanno dimensioni da 2 mm fino a 4 cm (Anomma); capo grande, con antenne genicolate; peduncolo formato dal 2° e 3° urite che unisce il torace al resto dell’addome (gastro); questo subisce spesso un rigonfiamento (fisogastria) per il grande sviluppo degli ovari o per la dilatazione dell’ingluvie, che diventa organo di riserva trofica per tutta la colonia. Alcune specie sono munite di aculeo, che può essere sostituito da altro apparato velenifero. Hanno sistema nervoso centrale, con notevole sviluppo dei corpi peduncolati soprattutto nelle caste sterili. Il sistema secretore è costituito da numerose ghiandole specializzate tra cui ghiandole mandibolari, molto sviluppate nella regina, secernenti feromoni complessi e con funzioni diverse, ghiandole velenifere, connesse con l’armatura genitale femminile, l’organo ventrale, che elabora un feromone marcatore di piste ecc. La comunicazione delle formiche è essenzialmente di tipo chimico, attraverso feromoni, essenziali per tutte le funzioni della colonia. Vista, udito e tatto sono invece poco sviluppati. Le larve sono apode, cieche, biancastre; quelle di alcune specie più primitive formano un bozzolo sericeo in cui si impupano.
2. Organizzazione Sociale
La società delle formiche consta di una o più femmine feconde (regine), maschi e operaie sterili. Le regine perdono le ali dopo il volo nuziale e sono provviste di borsa copulatrice in cui viene raccolto il liquido spermatico di più maschi. Le uova possono essere o no fecondate; nel primo caso si svilupperanno femmine, nel secondo maschi. Questi sono alati e muoiono subito dopo la copula. Le operaie sterili, attere, formano il nucleo della colonia; talvolta si differenziano più forme: macroergati, grandi, microergati, piccole, e dinergati, intermedie, con mandibole enormemente sviluppate. Dopo il volo nuziale la femmina fecondata inizia la fondazione di una colonia: costruito un nido, inizialmente di una sola camera, in un luogo adatto depone un primo gruppo di uova; fino alla loro schiusa rimane nel nido, e si nutre riassorbendo i muscoli alari. Le larve vengono nutrite con secrezioni salivari e danno origine a femmine sterili che iniziano a svolgere le attività della colonia: allargamento del nido, sua difesa e cura, approvvigionamento del cibo, alimentazione della regina e delle larve ecc. Dopo un certo tempo vengono prodotti maschi e femmine alati, che sciameranno formando nuove colonie. A seconda delle specie, la colonia può essere formata da una decina di individui fino ad oltre un milione. Talvolta più regine si riuniscono per formare il nido, e allora si hanno società poliginiche. Talora si hanno società miste, in cui convivono due specie. Nel parassitismo sociale, la femmina fecondata si fa adottare da un formicaio di altra specie, e se ne va quando sono diventate adulte le prime figlie, oppure si fa adottare da una colonia rimasta priva di regine, o ancora penetra in un formicaio e ne uccide la regina. In certe specie (per es. Anergates), prive della casta delle operaie, tale parassitismo è obbligatorio.
Con il nome di dulosi o schiavismo si indica il comportamento di alcune specie che aggrediscono altre specie, impadronendosi di larve e pupe che poi allevano fino allo stadio adulto, per farsi coadiuvare da esse. Si può infine constatare la coabitazione di specie diverse con rapporti simbiotici più o meno stretti.
Le formiche scavano e costruiscono i propri nidi in ambienti e con modalità, forma e dimensioni svariate. I formicai possono essere scavati nel terreno, nel legno tenero di alberi morti, oppure costruiti con legno triturato e impastato con saliva. Constano di numerose sale comunicanti per mezzo di gallerie; le operaie spostano le larve nelle varie stanze durante diverse ore del giorno (fig. 1 e 2), per mantenere le condizioni ambientali (di temperatura ecc.) più adatte, e separano uova, larve e pupe a seconda del loro grado di sviluppo.
Nel particolare ambiente del formicaio si raccolgono molti simbionti (mirmecofilia)
3. Alimentazione
Le formihce sono onnivore. Alcune specie sono specializzate su singole prede (per es. chilopodi, isopodi, uova di artropodi, altre formiche, termiti, vespe ecc.); altre sono polifaghe. Alcune sono prevalentemente carnivore, predatrici, altre si nutrono del nettare di fiori o delle secrezioni zuccherine (melata) degli Afidi, allevati da esse stesse. Molte si nutrono di semi, che accumulano nel nido impedendone la germinazione. Alcune specie (Atta ecc.) coltivano funghi simbionti su un substrato organico che viene raccolto e portato nel nido e che può variare, a seconda delle specie, da sostanze vegetali e insetti morti, a escrementi di insetti, a foglie, steli e fiori tagliuzzati (formiche tagliafoglie). Le formiche si possono nutrire per trofallassi, scambiandosi secrezioni o cibo liquido rigurgitato; questo scambio costituisce anche un sistema di comunicazione importante per l’organizzazione della colonia.
Le formiche rivestono un importante ruolo ecologico per l’azione svolta sul suolo, per la difesa delle piante dai parassiti e per l’eliminazione degli organismi morti. D’altra parte alcune specie sono in grado di provocare danni anche notevoli a coltivazioni e derrate alimentari. Alcune specie, trasportate involontariamente dall’uomo fuori dal loro areale primario sono divenute invasive, soppiantando le specie di formiche autoctone e causando grossi danni alle attività umane (per es. formica argentina).
[Fonte: Enciclopedia Treccani]